Dal 1997 è obbligatorio che ogni cosmetico immesso sul mercato riporti sulla confezione il proprio INCI, ovvero l'elenco degli ingredienti in esso contenuti, scritti in ordine decrescente di concentrazione.
Al primo posto si indica l'ingrediente contenuto in percentuale più alta, a seguire gli altri, fino a quello contenuto in percentuale più bassa.
Gli ingredienti di derivazione vegetale che non hanno subito processi chimici sono espressi tramite il loro nome botanico latino, seguito dalla parte di essi utilizzata in lingua inglese. Ad esempio: "prunus amygdalus dulcis oil" sta per "olio di mandorle dolci".
Le sostanze che hanno subito un intervento chimico, invece, hanno un nome inglese. Ad esempio "sodium laureth sulfate" sta per "sodio lauriletere solfato".
I coloranti sono indicati sempre in fondo, con la sigla C.I., che sta per colour index, seguita da un numero identificativo. Fanno eccezione i coloranti per capelli, che devono sempre essere indicati col loro nome chimico inglese.
L'unico supporto di questo tipo esistente in Italia è la guida al consumo consapevole dei cosmetici o più semplicemente Biodizionario(http://www.biodizionario.it/. In esso sono catalogate 4947 sostanze che si usano più frequentemente nella produzione dei cosmetici.
I semafori che troverete nei risultati vanno così interpretati:
accettabile | |
ci potrebbero essere dei problemi ma, tutto sommato si può chiudere un occhio soprattutto se il componente è alla fine degli ingredienti | |
inaccettabile |
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